L'amore da vecchia, Vivian Lamarque #recensionelibri #poesia #maancheno #cringe


 L'amore da vecchia
di
Vivian Lamarque

Ovvero

Cringe



(disclaimer: ehi, sono solo le mie opinioni! Nulla contro l'autrice o i suoi estimatori: se non sei d'accordo con me, intavola un dibattito educato e diamoci dentro con i punti di vista!) 


Allora. 

Questo è un libro di poesie, un libro di poesie vincitore del Premio Strega dedicato a quel particolare tipo di composizione che, fra i molti generi, è la più ammantata di fascino. 

Molti si chiedono: ma la poesia la possono capire solo le persone con un animo poetico? Ma la poesia è per tutti? 

Personalmente io rispondo cosi:

1) eh, forse
2) no, o almeno non è per me

Io non credo di avere un animo modello  "camionista ceceno", eppure giuro che non son riuscita a non provare un sincero senso di imbarazzo inframmezzato da sbuffi spazientiti, nel leggere "L'amore da vecchia". 

Ragazzi, in certi punti ho pure espresso IL pensiero, quello che i professori di Storia dell'Arte ti vietano di formulare perché è equiparabile ad una bestemmia e che ora scriverò fra parentesi nella speranza di attutirne la violenza ignorante ("Si vabbè ma POTEVO SCRIVERLA PURE IO, STA ROBA").

Adesso sono obbligata a far qualcosa per compensare, prima di andare avanti, perciò:

Eh ma l'Ulisse di Joyce, ma quanto è profondo? 
Ah! Pensa quegli ignoranti convinti che Picasso dipingesse usando le froge del naso per reggere il pennello! 
Domani vado col mio ex ad una retrospettiva di Pasolini. No, non ci vado per castigo, proprio mi interessa.

Fatto! Ora che l'ordine cosmico è stato ripristinato, vado avanti. 

Il libretto suddivide le poesiole in base all'argomento e mentre le ultime sono dedicate alla consapevolezza di essere vecchia (uso il termine adoperato dalla signora per definire sé stessa, io di solito quell'aggettivo non lo uso a meno che una "maledetta", una "dannata" vecchia non mi tagli la strada mentre sono in auto) e di cosa sarà mai morire, i primi parlano del sentimento cui fa riferimento il titolo. 

Ora. 

Quelle dedicate alla vecchiaia e alla morte hanno degli spunti pure interessanti che mi sono appuntata nella mia Agenda raccogli frasi, mentre le prime... beh. 
Le prime:
fiorellini, balconi, attesa, fiori, cene, candela, sentimenti corrisposti o forse no, fiori, vin brule', luna, azzurro, fiori... 
Nulla di nuovo, nulla che una qualsiasi quindicenne del pleistocene non si fosse già scalpellata sulle pareti della grotta-e può darsi che bisnonna pleistocenica le avesse già scalpellate a sua volta da qualche parte e così la trisnonna e via discorrendo fino ad arrivare ad una velociraptor sentimentale che le incideva con l'artiglio sul fianco spesso di un gallimimo appena cacciato. 

Magari intendeva ricordare i pensieri sentimentali di quando era più giovane e ciò spiegherebbe molto! 

Però non lo so, non ne sono convinta. Il titolo è chiaro: amore in età geriatrica. 

In ogni caso la parte cringe non era questa ma una sola frase piccolina, piccina piccio', che personalmente mi ha fatta esclamare: "Raaaaahhhhuhuhuhhhaaaahh", mentre gli arti si accartocciavano verso il busto (proprio come deve essere capitato al gallimimo prima di morire)!) :

Ps. Ah dimenticavo se per caso tu fossi ebreo (di quegli anni là però) ti difendere dal mondo intero. 


No. 

No. 

Ma tipo, proprio, NO. 

Roba che sembra la versione aberrante di "Innamorare tanto" cantata da Pezzali: la ragazzetta adolescente che si immagina eroina romantica intenta a salvare lui in versione giudea. Ma solo di "quegli anni là", che quelli di "questi anni qua" non vanno bene. 
Tutti noi sogniamo ad occhi aperti e recenti ricerche dell'Università del MassachusettsKentukyfriechicken dimostrano che le appartenenti al gentil sesso tendono a fantasticare su temi romantici, perciò non è che una si debba vergognare, se gira "Schindler's list" versione Harmony nella sua testa, eh? 
Però magari dovrebbe tenerselo per sé e non gettare nello sconforto chi legge quel che scrive, io questo dico. Poi magari mi si può obiettare che comunque la libertà di espressione blabla, la scrittura terapeutica blablabla, mostrare la propria interiorità blablabla: tutto bello e tutto vero. Ma comunque, 
NO. 

Mamma mia che brividi: ma tutti i premi Strega hanno risvolti tanto grotteschi o solamente questo? Io non scelgo i libri in base alle vittorie di concorso, ma se quel premio dovesse essere il marchio che celebra testi che fan venire voglia di amnesie temporanee, me ne guarderò bene dal leggerne un altro. 

L'unico aspetto positivo lasciatomi dall'opera è che, finalmente, ho potuto apprezzare e sfruttare un inglesismo. 

Grazie di esistere, Cringe! Anche da parte del camionista ceceno. 










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