Ritorno a Stars Hollow, ovvero: nostalgia canaglia #gilmoregirls

                                            Una mamma per amica- ritorno a Stars Hollow, 
                                                         di Cecilia Messina e Micol Ostow

Quando consumi la tua adolescemenza guardandoti "Una mamma per amica", finisci con l'abbandonarti a ben precise fantasie, da adulta. 

Ad esempio, potresti trovarti seduta al tavolo da cucina con una pila di conti da controllare, pensando a quanto ti piacerebbe abitare in un posto dove chiunque abbia parenti ricchi o amici con migliaia e migliaia di dollaroni da parte. 
Oppure che tutte le stagioni sono belle, ma che l'autunno abbia qualcosa di speciale e la neve... La neve sia una cosa da sentire prima ancora che scenda, grazie ad un naso collegato a filo diretto col cuore. 

C'è in quella serie qualcosa che scalda il cuore, diverte, che fa provare un forte legame per persone che non si conoscono e tanta nostalgia per un luogo che nemmeno esiste. Che i coniugi Paldino, ideatori dell'universo Gilmore, abbiano trovato la vera Isola che non c'è, proprio lì: dopo la secondo stella a destra nel nostro cuore? 

Sia come sia, a distanza di anni persino dal sequel (blah!), esce un libro di illustrazioni ambientato nella cittadina più famosa del Connecticut ed è corsa all'acquisto. Chi lo compra? Soprattutto adulte cresciute passando con Lorelai e Rory i pomeriggi ma anche ragazze giovani che le hanno conosciute solo recentemente. 
Appena ne ho scoperta l'esistenza (grazie, gruppo fb dedicato!) ho richiesto la spedizione veloce per averlo pure io. 
Ammetto che a ben pensarci non sapevo cosa aspettarmi e nemmeno cosa desiderassi: forse qualche retroscena che mi riportasse nell'atmosfera di primi 2000: magliette di cani carini, cardigan e abiti sottoveste? Forse. 

Tuttavia, devo ammettere di non essere impazzita nello sfogliarlo per altri motivi. 

Ci tengo innanzitutto a dire che le illustrazioni sono graziose e con dei gran bei dettagli (alcuni abiti sono disegnati riprendendo proprio gli outfit che vengono indossati durante le puntate!), riuscendo a trasmettere piuttosto bene il senso di casa che permeava gli episodi. 
Quel che non mi ha convinta è stato proprio il testo. 
Mi spiego meglio: gli autori hanno immaginato gli inizi della coppia mamma figlia, dal capanno degli attrezzi al trasferimento nella loro bella casa; un'idea molto carina. Sfruttando la situazione, presentano cittadini e cittadina, genitori, feste del paese ed Indipendence Inn concatenandoli come in un colorato girotondo di immagini e parole. 
Ma sono parole puerili. 
Il testo non ha nulla di evocativo, nulla di spiritoso, nulla di niente insomma: avrei potuto scriverlo io, tanto è mediocre! 
Mi ha ricordato quei libretti ispirati ai cartoni animati della Disney, quelli che uscivano dopo che il film aveva fatto il botto, che raccontavano la storia per sommi capi ed in malo modo. 
Non lo so, ragazzi, per me può andar bene per un pubblico molto, molto, davvero molto, oddio ancora più molto, molterrimo giovane (se la bocca puzza di latte, è il lettore giusto), perché per degli adulti è una ben misera soddisfazione. 

NON mi sono pentita di averlo comprato, insomma: è comunque un pezzo di Stars Hollow ma io ho pure un quadretto illustrato della chiesa e del padiglione di quella città sul mio tavolo da pranzo, perciò è evidente che  abbia dei seri problemi. 

Valutate bene se comprarlo o meno... Magari lo trovate in biblioteca, ci date un occhio e poi decidete: se vi scapperà un: "Ohi, già coi barboncini!", saprete cosa fare. 





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