Benvenuti ad Addamsville #demoni #zappia #fuoco


 BENVENUTI AD ADDAMSVILLE
di Francesca Zappia
O
"... I never thought I'die alone
Another six months I'll be unknown
Give all my things to all my friends
You'll never step foot in my room again
You'll close it off, board it up
Remember the time that I spilled the cup
Of apple juice in the hall
Please tell mom this is not her fault... "

(Durante la lettura mi risuonava questa canzone nelle orecchie, chissà se l' autrice ci si sia ispirata?) 

La protagonista è una col marchio sociale di Caino in fronte : mamma è una con la fama di strega, scomparsa nei boschi e papà un vero truffatore che ha rubato soldi a tutti i bravi cittadini di Addamsville come reazione allo shock per la scomparsa della moglie; ora lui è in carcere, mentre le due figlie subiscono la rabbia di chi è stato fregato e non esistendo i Servizi Sociali, è già tanto che non gliele impicchino all'albero più alto della regione. 
La sorella maggiore semprerebbe obesa e con un passato da teppista che cerca di cancellare guadagnandosi da vivere come cameriera in una città limitrofa, stando abbracciata al fidanzato che le è stato immaginato dalla scrittrice, ovvero uno spilungone malinconico. 
Immagino che la Zappia abbia una segreta passione per Stanlio e Olio che voleva inserire a qualunque costo. 
La nostra eroina attraversa quella valle americana di lacrime e tormenti praticamente da sola e, come se non bastasse, porta pure sul groppone due croci: una è l'adolescenza, l'altra sono i poteri paranormali. 

Onestamente? Più leggera la seconda, di croce. 

Ci viene proposto uno scenario intrigante di foreste dove è possibile trovare risposte o perdere per sempre chi si ama, figure affascinanti e forse assassine, vecchi misteri irrisolti legati alla fondazione del paese. 
Così tu credi che verranno approfondite queste trame e immagini di passare notti intere incatenata a pagine piene di vecchi rancori, spettri, sexy mezzi vampiri... Invece ti ritrovi fra beghe di paese dove l'unico, vero, Grande Nemico sono loro:
I TURISTI. 

Si, ad Addamsville l'odio per quei maledetti stringe tutti in un abbraccio ecumenico e anche se la nostra famiglia odia la vostra famiglia praticamente da sempre, basta che si intraveda la possibilità che qualche forestiero vada a ciucciare un cono gelato nel bar del paese, per far riappacificare tutti con lo scambio simbolico dei primogeniti e marciare belli compatti per piantar grane. 
L'autrice cerca di buggerarci giustificando la cosa a suon di "eh dobbiamo mandarli via, se no trovano le foto/ il vecchio capanno/ le mie foto da piccola col pannolone", si, come no! 
Zappia tu non ci inganni e nemmeno hai bisogno di raccontarcela: noi siamo con te. 
Noi che nei fine settimana vorremmo non avere i parcheggi intasati, le strade bloccate, siamo con te. 

Noi che amiamo la pace e aborriamo la musica alta sparata fino alle 3 del mattino da branchi di maranza idioti, siamo con te. 
Noi che vorremmo rispolverare la Santa Inquisizione quando li vediamo magiare la pizza col cappuccino o la pasta col mojito, siamo con te. 
Noi che istituiremmo volentieri una Fashion Police per quei maledetti in abiti cachi e sandali col calzino, siamo con te.

Zappia! Tu sei una donna che sa pensare in grande ed io per questo ti stimo. Hai creato una gigantesca metafora romanzesca per farci capire che ci sono cose ben più importanti dei soldi fatti con la vendita di cartoline pornografiche e ventagli col disegno di Oristano e si chiamano 

"ohbastafarcasinochedomattinamialzoprestochehodaandarealavorarebarboniiochiamoicarabinieri".

Che è un nome un po' lungo ma non dormo bene da notti perché han già iniziato a far festa sotto casa mia e adesso fatico a connettere. 

Così, ormai persuasi dal messaggio subliminale, arriviamo in fondo a queste duecento pagine talmente infervorati da non far troppo caso allo scarso approfondimento di trama e sottotrama, spesso solo abbozzate o comunque rimaste in superficie. Né ai personaggi praticamente bidimensionali (protagonista ribelle compresa) con le loro problematiche sovente esposte in modo didascalico e ci dirigiamo a passo di marcia verso il Comune per diffondere come uno slogan in vero titolo del libro: 

Benvenuti ad Addamsville, è ora di affrontare i turisti. 





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